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RIPORTARE ALLA LUCE

Riportare alla luce, e al merito dovuto, è la missione di Giuseppe da quando è stata ereditata

il giardino e la grotta-ninfeo prima dei restauri

Il nobile Alessandro Della torre, vescovo di Scitia, Acquistò la villa nel 1613, A causa della rinuncia all'eredità, e conseguente estinzione della stirpe Nichesola, da parte di Alessandro Fratta, nipote di Cesare Nichesola.

nel 1641 venne Acquistata dal nobile veneziano Sebastiano Michiel

Nel 1683 venne ereditata dai fratelli Mocenigo tra cui Alvise III doge di Venezia dal 1722 al 1733.

Nel 1798, a seguito della caduta della repubblica di Venezia, la villa venne venduta al possidente veronese Lorenzo Butturini.

Nell'albero genealogico dei proprietari della villa ricorrono i seguenti cognomi:

NICHESOLA

DELLA TORRE

MICHIEL

MOCENIGO

BUTTURINI

GIRELLI

FRANZA

ZERBINI

CONFORTI

Descrizione dei restauri

La villa fu fatta edificare tra il 1580-1590 da Fabio Nichesola (1533-1601), giureconsulto veronese da cui la villa prende il nome.

figlio di Fabio, Cesare Nichesola (1556-1612), fu canonico della cattedrale di Verona e collezionista di antichità. A lui si deve la creazione, dell' orto botanico e di una raccolta comprendente epigrafi e antichità, che fecero del complesso una villa-museo.

L’orto botanico, disposto sui due terrazzamenti del giardino, contava circa 140 piante rare, tra cui alcune provenienti dall’isola di Creta e dall’Egitto, che Cesare Nichesola aveva radunato grazie anche alla collaborazione dei naturalisti dell’Orto Botanico dell’Università di Padova (il più grande e antico orto botanico europeo).

La collezione di antichità di Cesare Nichesola comprendeva più di sessanta epigrafi latine e due greche. Alla morte del Nichesola, nel 1612, le epigrafi furono trasferite nel cortile dell’Accademia Filarmonica di Verona, e nel Settecento esse andarono a costituire il nucleo originario dell’odierno Museo Lapidario Maffeiano di Verona